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I conigli sono animali molto simpatici e teneri che però non si prestano molto ad essere allevati in appartamento.

 

Una delle prime preoccupazioni di chi voglia dedicarsi a tale animale sarà quella della pulizia quotidiana.

 

Anche la scelta della razza è importante come sono importanti lo spazio e l’alimentazione adeguati.

 

Occorrono gabbie preferibilmente in rete zincata, dotate di nido, mangiatoia e abbeveratoio. Il pavimento è bene sia parte in rete zincata parte in legno; al di sotto si porrà un vassoio in lamiera zincata per la raccolta delle deiezioni. La presenza di segatura o altro materiale assorbente da rinnovare di frequente eviterà la comparsa di cattivi odori.

 
 

Un accessorio importante è il nido: esso potrà essere applicato a una parete o essere immesso direttamente nella gabbia. Il coniglio è un animale timido che ha bisogno di un rifugio tranquillo che gli dia un senso di sicurezza. Questa particolarità comportamentale va tenuta sempre presente per evitare all’animale inutili stress. Esso va manipolato il meno possibile. Se, per un motivo qualsiasi è necessario prenderlo in mano, lo si solleverà con garbo afferrandolo per la collottola (vedi foto) con una mano e immobilizzandogli gli arti posteriori con l’altra. È abitudine abbastanza diffusa utilizzare come punto di presa le orecchie; il dolore provoca però una reazione dell’animale che cerca di sottrarsi agitando freneticamente le zampe e graffiando.

Come afferrare coniglio

L’alimentazione

Il coniglio è un roditore che può essere nutrito con svariati alimenti. Si utilizzano cereali, avena, orzo, frumento e loro sottoprodotti, come la crusca. Essi da soli provocano però un eccessivo ingrassamento. È opportuno associarli a verdure (insalata, carote, cavoli, sedano, finocchi ecc.) o erbe, foglie, fieno. Le patate possono essere somministrate previa cottura:infatti la loro buccia contiene un principio tossico, la solanina.

 

Attualmente sono disponibili alimenti completi presentati come piccoli cilindri che consentono di mantenere in buona salute l’animale evitando sprechi di materiale e insudiciamento della gabbia.

 

Se si utilizzano alimenti secchi è importantissima l’acqua di bevanda; essa sarà fornita a parte in una ciotola o con appositi abbeveratoi. La somministrazione di pezzi di legno facilita l’usura dei denti che, come noto, nei roditori crescono in continuazione e devono quindi essere consumati.

 

 

 

 

 

La riproduzione

 

Il coniglio è un animale prolifico, può partorire molte volte all’anno nidiate di 5-10 soggetti ciascuna.

 

I maschi e le femmine vanno tenuti separati: si uniscono solo al momento dell’accoppiamento.

 

La gravidanza dura 30 giorni. I piccoli nascono inetti, senza pelo e con gli occhi chiusi. Vengono deposti nel nido che la madre imbottisce col proprio pelo, strappandoselo poco prima del parto.

 

L’accrescimento è rapidissimo: a 30 giorni, disponendo di idonei alimenti, si può già effettuare, senza rischio, lo svezzamento.

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Pecore  con  gli occhiali

 

Si chiamano così per le loro caratteristiche macchie nere sulle orecchie e intorno agli occhi.

Un tempo questi ovini erano allevati  dall’uomo solo ed esclusivamente per la sopravvivenza, ora invece si è tornati ad allevarle e non soltanto per la carne alquanto tenera, ma soprattutto per la lana.

 Siccome è tipica del Trentino, quando viene portata in alpeggio, cioè su  montagne  che sfiorano anche i 2000 mt, e dove il pascolo è prevalentemente costituito da piante, fiori ed erbe molto  profumate,si può immaginare come e quanto sia buono il suo latte.

In stalla, invece, l’alimentazione è costituita prevalentemente dal fieno.

Vengono tosate  due volte l’anno e la loro lana è particolarmente morbida e calda.

Con la carne di agnello, gli allevatori producono sia il prosciutto crudo, sia quello cotto affumicato, nonché (udite udite!) un buonissimo salame.

 

Curiosità

 

Le pecore, in generale, brucano i campi non soltanto per mangiare, ma anche per pulirli e mantenerli.

Arrivano dopo i cavalli e i bovini e finiscono la pulizia dei campi da loro iniziata.

 

 

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  La  Filariosi

 

 

 

Cos’è

La filaria (Dirofilaria Immitis) è un parassita fastidioso e pericoloso trasmesso al cane e/o al gatto dagli insetti, nello specifico dalle zanzare, o meglio dalle loro punture.

Da qui si può dedurre che, con la stagione calda, il rischio di contrarla è davvero altissimo.

Si annida nel cuore e nei polmoni e si riproduce, purtroppo, velocemente.

 

Come riconoscerla

Non è sempre facile, perché i sintomi, il più delle volte, possono essere confusi con altre patologie: dimagrimento, tosse, spossatezza. Nel gatto poi, è ancora più debilitante perché gli procura anche frequenti attacchi di vomito.

 

Si può prevenire?

Sì. Una semplice visita dal veterinario può prevenirla. Il medico consiglierà delle compresse o delle tavolette a base di carne, da dare al cane e/o al gatto una volta al mese, per un periodo che va da aprile/maggio fino ad ottobre/novembre.

Oppure darà delle fiale da applicare sulla cute una volta al mese o ancora, addirittura (se è il caso) anche delle iniezioni, così da proteggere l’animale tutto l’anno.

 

Diagnosi

Prima però di dare inizio alla prevenzione, è opportuno fare un prelievo di sangue ed effettuare un esame sierologico.

Questo test purtroppo, è in grado di individuare solo i vermi adulti e va eseguito almeno ogni due anni, così se dovesse risultare positivo, si può procedere alla cura, prima ancora di vederne i sintomi.

 

 

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Pulizia  denti del cane

Una spazzolata al giorno e il cane vivrebbe senz’altro meglio”,questo sostengono molti veterinari.

Ma quanti di noi, occupandosi del proprio cane, si preoccupano pure della salute dei suoi denti?

Pochi.

Prima di intraprendere un qualsivoglia trattamento, o peggio, prima di fare di testa nostra, è bene cercare di capire le cause (gengivite,ulcere orali, ascesso a qualche dente, etc…) e riconoscere alcuni sintomi, come la difficoltà nella masticazione e/o nella deglutizione.

Il veterinario poi penserà a indicarci la cura più efficace, ci consiglierà il dentifricio appropriato e lo spazzolino con una testina  piccola, oppure lozioni anti tartaro e svariati spray che rinfrescano l’alito, poi sta a noi  trovare il modo più adatto per procedere alla pulizia della bocca e dei denti del nostro amico a 4 zampe.

Anche il collutorio diluito con acqua aiuta, perché riduce la placca, il tartaro e i batteri.

In commercio, comunque,  ci sono anche svariati spazzolini masticabili che si possono tranquillamente abbinare al collutorio per una igiene orale quotidiana.

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L’acquario nostrano

 

 Per i più piccoli (ma non solo), l’acquario nostrano è senz’altro il primo approccio all’affascinante mondo dell’acquariofilia e permette di ricostruire la vita acquatica delle rive dei nostri stagni e dei nostri fiumi, portandoci alla scoperta di un mondo e di un microsistema davvero particolari.

Inoltre è un acquario ecologico che non richiede una particolare manutenzione e nemmeno apparecchiature complicate e costose, infatti in questi tipi d’acquario non vengono allevati pesci esotici e costosi, ma specie appartenenti alle classi animali più varie.

 Le specie nostrane, per esempio, sono generalmente molto resistenti e richiedono anche meno attenzioni di quelle esotiche.

Si tratta per lo più di piccoli animali, che possiamo raccogliere, insieme ai nostri figli, durante una gita in campagna e che sono perfettamente adattate all’ambiente acquatico.

Per raccoglierli basta munirsi di stivali, una solida reticella con un lungo manico e alcuni secchielli.

Tutto qua.

Però volete mettere il divertimento e la soddisfazione!

Dove cercare?

I luoghi di pesca possono essere laghi, stagni e paludi con le rive ricoperte da una vegetazione acquatica piuttosto abbondante.

Le zone di pesca poi, cambiano a seconda delle stagioni, per esempio la primavera è il momento migliore per le catture negli stagni, perché gli animali, affamati per il lungo letargo invernale, escono allo scoperto in cerca di cibo.

Come se non bastasse questa è la stagione degli amori e perciò gli animali sono resi meno prudenti dall’istinto sessuale e poi la vegetazione, non ancora rigogliosa, facilita l’accesso alla palude, rendendo meno faticosa sia l’individuazione, che la cattura delle piccole specie.

E allora cominciamo a preparare  e a predisporre il tutto per la prossima primavera!

Buona pesca a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

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8hours,la campagna per chiedere all’Ue una legislazione sul trasporto di animali vivi

 

La campagna animalista chiede alle istituzioni comunitarie di fissare per legge il limite massimo di 8 ore per il trasporto del bestiame.

Ogni anno milioni di animali sono trasportati sulle strade europee troppo spesso in condizioni inaccettabili. Centinaia di bestie malnutrite e ammassate in pochi metri quadrati dove le temperature spesso superano i 40°.

Animali che si feriscono e sanguinano per ore.

Spesso non possono stare nemmeno in piedi perché i soffitti sono troppo bassi, ma se si sdraiano corrono il rischio di essere calpestati

Tra le maggiori cause di questa tragedia c’è l’eccessiva durata dei trasporti.

Giorni interi sulla strada, viaggi interminabili da un capo all’altro d’Europa, lungo migliaia di chilometri fino alla destinazione finale, il più delle volte il macello.
La
campagna 8hours, lanciata dall’associazione animalista Animals’ Angels, chiede alla Commissione europea di stabilire il limite vincolante di 8 ore per il trasporto di animali vivi in Europa, secondo quanto raccomandato nel 2002 dal Comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali della stessa Commissione Europea.

Nel rapporto “The Welfare of animals during transport” si legge: “I trasporti di animali vivi dovrebbero essere i più brevi possibile”.

Una raccomandazione finita nel cestino, visto che in Europa non esiste tuttora alcun limite.

La legislazione Ue prevede infatti trasporti anche di parecchi giorni (con pause cicliche del tutto inadeguate) a patto che siano rispettate alcune semplici misure riguardanti il riposo, l´alimentazione e l´abbeveraggio delle bestie.

Misure che, neanche a dirlo, vengono troppo spesso ignorate.
“Mancano totalmente i controlli”, attacca Adolfo Sansolini, coordinatore della campagna 8hours.

“L’agenzia Ue incaricata, la Food and Veterinary Office (FVO) di Dublino, conta solo 4 ispettori, con milioni di animali trasportati ogni anno in tutta Europa.

Va da se che è impossibile controllare in modo rigoroso”. “Con questa campagna vogliamo tradurre in pratica gli appelli della Federazione dei veterinari d’Europa”, continua Sansolini, “ovvero macellare gli animali nei punti più vicini e trasportare solo le carni refrigerate.

Le 8 ore che proponiamo nascono da un’analisi della Commissione stessa ed equivalgono ad un raggio di 500 km”.

L’Italia, per la sua robusta industria alimentare, rappresenta uno degli hub principali del trasporto di animali in Europa. Secondo stime del Ministero della Salute, nel 2010 l’Italia ha importato 1.018.584 capi bovini dalla Francia, 508.305 suini dall’Olanda e 23.839 cavalli dalla Polonia.

Il sospetto è che non tutti questi animali abbiamo viaggiato in condizioni accettabili.

Un esempio? Nell’ottobre 2010 alcuni volontari di Animals’ Angels hanno seguito da vicino il trasporto di 315 pecore non tosate da Mota del Cuervo in Spagna fino al mattatoio di Fara in Sabina a Rieti, in Italia.

Un percorso di 1917 km durato circa 24 ore. “Allo scarico c’erano quattro pecore a terra e una morta a bordo del camion”, si legge nel rapporto dell’associazione.

“Gli animali a terra sono stati abbattuti d’emergenza.

Il veterinario di controllo ha riscontrato diversi animali estremamente magri, altri con gravi infiammazioni oculari o affetti da mastite e zoppia”.

Secondo i volontari, “c’erano 35 animali in più rispetto alla capienza del veicolo.

La maggioranza toccava il soffitto con la testa o addirittura con la schiena”.

E poi ancora “non c’era lettiera a bordo del camion.

Quindi il pavimento era coperto di urine e deiezioni ed era molto scivoloso”.

Animals’ Angels teme che questo caso sia tutt’altro che un’eccezione.

 “In Italia le condizioni di trasporto sono migliorata dal 1999, quando nel porto di Bari morirono centinaia di pecore”, ammette Sansolini, “ma ci sono ancora troppe situazioni ufficialmente legali ma assolutamente non legittime”.

Per questo motivo la campagna 8hours vuole consegnare alla Commissione europea un milione di firme affinché intervenga al più presto, non escludendo, in caso di fallimento, di usare quelle stesse firme per adire la nuova legge d’iniziativa popolare che, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, permette ai cittadini di rivolgersi direttamente a Bruxelles.

L’associazione sta cercando di portare dalla sua parte il Parlamento europeo, interlocutore privilegiato della Commissione, cercando adesioni tra gli Eurodeputati.

Tra gli italiani, hanno già aderito alla campagna David Sassoli e Gianni Pittella (Pd), Cristiana Muscardini (Fl), Andrea Zanoni, Sonia Alfano e Gianni Vattimo (IdV).

 

 

IlFattoQuotidiano.it

 

 

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Chiedere subito aiuto, scegliere il medico giusto, magari utilizzare la pet-therapy: l'esperienza della fotografa in poche "pillole di saggezza"

"I Still Do. Loving and Living with Alzheimer’s" è una mostra fotografica itinerante (e anche un libro fotografico) di Judith Fox, ex imprenditrice divenuta fotografa. Una mostra di testimonianza e di speranza. Dopo il terzo anniversario di matrimonio con il chirurgo Edmund Ackell, ad Ed venne diagnosticato l’Alzheimer. Era il 1998. Le fotografie (nell'immagine accanto) sono la storia della convivenza con l’uomo amato e con il morbo di Alzheimer. Qui riportiamo alcuni consigli di Judith per coloro che assistono malati di Alzheimer. La scorsa primavera la mostra di Judith è stata ospitata a Roma al Chiostro del Bramante.

Ecco alcune cose che ho imparato nel corso di questi ultimi undici anni e mezzo. L'elenco segue un ordine che non è cronologico o di importanza, né tanto meno definitivo: sono semplicemente i suggerimenti che vi darei se ci trovassimo seduti a bere una tazza di caffè insieme.

Non prendetela sul personale.
I malati di Alzheimer non mettono l'argenteria nel frigorifero per farvi impazzire. Non vi rivolgono dieci volte la stessa domanda intenzionalmente. Non dicono che avete nascosto il loro portafoglio perché pensano che siete dei ladri. Per il loro bene e per il vostro, ricordate sempre che il loro cervello sta faticosamente cercando di dare un senso a un mondo che sta sfuggendo loro di mano.
L'INIZIATIVA
Il racconto delle malattie un laboratorio in tempo reale

LE STORIE
Giulia e Friedreich, come in un film

Scrivo il mio nome in quaranta secondi

Alzheimer, I miei piccoli consigli a familiari e assistenti
LE MALATTIE RARE
Oltre settemila patologie che aspettano una cura
Le corse interrotte già nell'infanzia
Quei bambini incapaci di sorridere
LA MEDICINA NARRATIVA
Quando la parola può essere la cura
CUORE
I centomila battiti del nostro cuore
Siate pazienti. Le persone affette dall'Alzheimer sono particolarmente sensibili al tono di voce e al linguaggio del corpo. Perdere la pazienza con loro ne aumenta l'ansia, sottolineando il fatto che non sono più in grado di funzionare come una volta.

Chiedete aiuto. Molte delle persone che assistono un familiare, me inclusa, pensano di potere (e di dovere) dare al coniuge o al genitore tutto l'aiuto di cui ha bisogno. Tendiamo a chiedere aiuto, quando lo facciamo, solo molto tempo dopo che questo è diventato una necessità. A quel punto, in genere abbiamo esaurito la pazienza e le energie. Diventa una situazione in cui tutti hanno solo da perdere.

Rivolgetevi a un buon gruppo di sostegno. Le uniche persone che possono veramente comprendere quello che state provando sono quelle che si trovano nella vostra stessa situazione. Esistono molti gruppi di sostegno, ma la dinamica e la chimica sono diverse: trovatene uno adatto a voi. Anche se non amate particolarmente i gruppi, provate semplicemente a lasciare che sia il gruppo a offrirvi il proprio sostegno.

Non permettete all'Alzheimer di isolarvi. L'Alzheimer finirà per limitare il mondo della persona malata: non lasciate che limiti anche il vostro. Trovate qualcos'altro di cui occuparvi e a cui dedicarvi quando se ne presenta l'opportunità.

Rivolgetevi al medico giusto. Non tutto il personale sanitario è dotato della capacità di comunicare o degli strumenti adeguati per affrontare l'Alzheimer. Assicuratevi di trovare qualcuno con cui riuscite a collaborare.

Scoprite il mondo del paziente. Via via che la malattia avanza, il mondo del paziente e quello della persona che lo assiste assomigliano sempre più al paese delle meraviglie di Alice. O a un film dei fratelli Marx. Non fate resistenza: scoprite il lato divertente e cercate di interagire con il paziente seguendo la sua logica. Tentare di imporre la vostra logica ai malati di Alzheimer è frustrante sia per loro che per voi.

Teneteli impegnati e pensate sempre che c'è ancora una persona dentro di loro. Perché è così. Parlate con la persona che amate, anche se non è in grado di rispondere in modo comprensibile. Tenete la sua mano, anche se non riesce più ad afferrare la vostra.

Adottate un animale. La pet therapy funziona. Inoltre, a un cane o un gatto non importa se qualcuno ripete la stessa storia dieci volte di fila.

Lasciatevi trasportare dalla corrente. Se vivete con qualcuno che ha l'Alzheimer, è un buon consiglio da ricordare sempre e da mettere in pratica.

Fonte: Repubblica.it

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I bambini e la campagna
 

 

 

Accarezzare un pulcino, dar da mangiare alle galline, tosare una pecora oppure mungere una vacca.

O ancora salire su un trattore, prendere le uova direttamente dal pollaio, raccogliere l'insalata o i pomodori.

Non tutti i bambini hanno avuto l'occasione di entrare in una fattoria o guardare da vicino un orto.

Anzi, solo uno su tre si è avvicinato alla campagna e, secondo un sondaggio europeo, i bimbi italiani sono i meno esperti in tema di agricoltura, coltivazioni e allevamento.
Le risposte dei bambini sono state curiose se non stravaganti e fantasiose.

Anche se il sondaggio dell'Ue non è recente, i risultati sono considerati ancora validi e sono stati evidenziati dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione della festa nazionale di "Scuola in fattoria",iniziativa promossa per avvicinare i più piccoli alla campagna ma soprattutto educare a mangiare in maniera corretta e sana per contrastare sovrappeso e obesità.

Il sondaggio europeo ha interpellato in particolare i bambini delle scuole elementari che hanno un'immagine particolare della vita in campagna e pensano che l'agricoltore sia un nonno indaffarato, amichevole e altruista.

I piccoli pensano che arance, olive e banane crescano nel Regno Unito, le pesche in Finlandia, che il cotone venga dalle pecore, che il pollo abbia quattro cosce (stranamente proprio la parte preferita da mangiare), che lo zucchero non si sa dove venga, che le more sono caramelle, che l'orto sia nel supermercato.
Per i piccoli una fattoria senza animali è quasi inconcepibile.

Quasi tre quarti dei bambini europei sono stati in una fattoria almeno una volta e a quasi nove bambini su dieci la visita è piaciuta.

La visita è stata più entusiasmante per i bambini spagnoli e irlandesi (64 e 59 per cento rispettivamente), ma meno per i bambini tedeschi e italiani (35 e 27 per cento).
I bambini hanno difficoltà ad associare i prodotti non trattati alla loro forma finale dopo la trasformazione.

Per esempio, il 50 per cento dei bambini europei non sa da dove viene lo zucchero, tre quarti non sanno da dove viene il cotone, mentre un quarto crede che cresca sulle pecore. Un terzo dei bambini non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole.
La maggior parte dei bambini entra in contatto con la produzione agricola unicamente al supermercato: solo il 10 per cento cita la fattoria come regolare fonte di acquisto per la famiglia.
Il numero è più alto in Lussemburgo e Austria (30 e 28 per cento) e più basso in Irlanda (2 per cento), Regno Unito e Spagna (3 per cento entrambe).

Quasi un quarto dei bambini non è in condizione di citare un metodo di conservazione del cibo diverso dal congelamento.

Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno citato le vacche.

Tuttavia, tra la metà (Irlanda, Svezia e Italia) e tre quarti (Grecia) dei bambini hanno menzionato anche le capre.

Inoltre, in media un bambino su due ha citato le pecore, con una frequenza che va dalla Finlandia, Irlanda e Regno Unito fino alla Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
Forti differenze compaiono quando ai bambini viene chiesto quali prodotti possono essere ottenuti dal latte.

Il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro.

Oltre la metà dei bambini ha citato il burro e lo yogurt e quattro su dieci la crema di latte.

Altri prodotti (panna montata, formaggio di latte cagliato, gelato) vengono citati meno frequentemente.
L'iniziativa della Cia è diretta anche a una sana e corretta alimentazione per contrastare obesità e sovrappeso che si riscontrano in maniera evidente soprattutto fra i bambini.

I dati parlano chiaro. In Europa la situazione peggiore si riscontra in Gran Bretagna (29 per cento di sovrappeso tra i 5 e i 17 anni, sia nei maschi sia nelle femmine), nei Paesi mediterranei (Cipro, Italia, Malta, Spagna) e del Portogallo.

In ogni caso, per l'Organizzazione mondiale della sanità 1 ragazzo su 5 in Europa è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso - 3 milioni dei quali obesi - si aggiungono 400 mila "nuovi" sovrappeso.

In Italia, oltre un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1 per cento), un dato che scende al 25,4 per cento nella fascia tra i 10 e i 13 anni, e precipita con l'adolescenza (14-17 anni) al 13,9 per cento.

 

[...]

 

  Prevenire, magari con una passeggiata in campagna, è quindi meglio che curare.


 (30 maggio 2009)La Repubblica.it

 

 

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Anatre sugli alberi

 

L’anatra mandarina e l’anatra sposa, sono due magnifiche specie che hanno la curiosa caratteristica di nidificare in cavità naturali all’interno di alberi secchi e spesso anche a notevole altezza.

Sono solite costruire il nido sugli alberi, differenziandosi completamente da tutte le altre anatre che prediligono invece nidificare in acqua o sul terreno, per cui  si possono vedere appollaiate su un ramo come fossero comuni uccelli.

Un interessante esempio di adattamento alle particolari condizioni ambientali, dove questi uccelli vengono al mondo, è costituito dalle unghie affilate di cui i piccoli appena nati sono provvisti e che servono loro per arrampicarsi fino all’entrata del nido, spesso, come suddetto, posto ad un’altezza anche superiore ai 15 metri dal suolo, da dove si buttano a terra.

Lo scarso peso dei neonati e le piccole ali, che pur essendo del tutto inadatte a sostenere il volo vengono ugualmente sbattute, servono ad attutire la caduta per cui gli incidenti sono molto rari.

Alimentazione
Semi, vermi, insetti, rettili e piccoli pesci.

 

Curiosità

Anche il Quattrocchi, il Quattrocchi d’Islanda e il Quattrocchi minore, nidificano nelle cavità degli alberi o in cassette-nido, che vengono rivestite di piumino da dove i piccoli, poco dopo la nascita, si butteranno a terra per seguire la madre verso l’acqua.

 

 

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Il tritone

È un anfibio “urodelo” cioè fornito di coda, volgarmente chiamato anche salamandra acquaiola.

Se introduciamo in un acquario ber fornito di piante acquatiche alcuni di questi piccoli anfibi (reperibili soprattutto all’inizio della primavera negli stagni), assisteremo alla deposizione delle uova che le femmine incollano alla vegetazione.

Le larve che si schiudono sono inizialmente molto minuscole e se la vegetazione dell’acquario è molto ricca, difficilmente si riesce a vederle.

Si vedono molto bene solo gli occhi: puntini lucenti che si spostano velocemente, mentre il corpo semitrasparente è quasi invisibile.

Si rendono visibili successivamente le branchie esterne mentre il corpo via via che cresce in lunghezza diventa più scuro.

La testa è piuttosto sviluppata, mentre il corpo è ancora molto esile. Ad un certo punto dello sviluppo la larva presenta due punti che sporgono dietro le branchie: sono gli abbozzi delle zampe anteriori, che progressivamente si sviluppano allungandosi, così come pure alla base della coda si possono notare gli abbozzi delle zampe posteriori.

Naturalmente alle modificazioni esterne corrispondono anche profondi cambiamenti della muscolatura, che provvederanno alla mobilità degli arti.

 

Curiosità

I tritoni sono voracissimi fin dallo stato larvale, vivono predando i minuscoli crostacei e gli insetti acquatici;  non esitano ad asportare anche piccoli pezzi di coda o di branchie di loro simili.

 

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Animali  e  igiene

 

Quando si hanno animali in casa, è buona norma non solo svolgere semplicemente un’accurata pulizia, ma occorre  fare di più, e cioè anche disinfettare, per evitare la diffusione di infezioni.

Come procedere quindi?

Ma soprattutto, quali prodotti usare?

Se è vero che ogni disinfettante, antiparassitario o antibatterico riporta nell’etichetta quali “organismi” va a debellare, è vero anche che se si chiede un parere ad un esperto, male non fa e si è più tranquilli.

Molte volte è utile parlarne proprio con il veterinario che consiglierà il detergente adatto (ce ne sono talmente tanti in commercio!) sia per gli animali che si hanno in casa e sia per le persone della famiglia, ma soprattutto per essere sicuri del risultato e garantirne davvero l’efficacia.

La bacinella poi che si è soliti usare per disinfettare spugne, spazzole, panni e quant’altro, deve essere pulita e disinfettata a sua volta molto spesso, per lo meno una volta al giorno.

Inoltre il detergente disinfettante non va solo versato e lasciato agire per un po’ di tempo, prima di essere risciacquato (i tempi di solito sono riportati nelle confezioni), ma va  strofinato molto bene per rimuovere quanti più microrganismi possibili.

Seguire questi semplici accorgimenti, ci fa vivere e “con-vivere” serenamente in casa, (anche con i bambini), insieme ai nostri amici a quattro zampe.

 

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