La bachicoltura
Un po’ di storia
La bachicoltura inizia in Cina qualche millennio prima di Cristo e la tradizione (o leggenda), vuole che sia stata un’imperatrice ad insegnare al suo popolo i procedimenti per ottenere il filo di seta, a condizione però che tale lavorazione fosse rimasta segreta: non doveva cioè, oltrepassare i confini cinesi.
Per molto tempo quindi, non solo il popolo custodì tale segreto, ma i cinesi divennero anche gli unici produttori di stoffe di seta.
All’inizio dell’era cristiana però sappiamo che i manufatti di seta si producevano pure in Egitto, in Siria e in Palestina e più tardi a Costantinopoli, anche se la materia prima doveva sempre essere importata dalla Cina ed arrivava in occidente attraverso la cosiddetta “Via della Seta”.
A causa poi degli alti costi di produzione, aggiunti a quelli ancora più alti del trasporto, la seta divenne ben presto, una merce molto, molto preziosa.
La ritroviamo intorno al 530-550 d.C. quando, secondo una leggenda, alcuni monaci provenienti dall’india portarono in dono, al papa o all’imperatore (le leggende non sono mai precise),dentro un bastone cavo, dei bachi.
Così, fino al XII sec. l’Oriente fu la culla della seta.
Successivamente, gli arabi impiantarono sia la sericoltura che la tessitura della seta in Spagna e in Sicilia e poi in tutta Italia.
Dopo la seconda guerra mondiale la bachicoltura declina per colpa di due fattori:
1) Esodo della manodopera dalle campagne verso le città;
2) concorrenza asiatica, con tecnologie avanzate e prezzi bassi.