8hours,la campagna per chiedere all’Ue una legislazione sul trasporto di animali vivi
La campagna animalista chiede alle istituzioni comunitarie di fissare per legge il limite massimo di 8 ore per il trasporto del bestiame.
Ogni anno milioni di animali sono trasportati sulle strade europee troppo spesso in condizioni inaccettabili. Centinaia di bestie malnutrite e ammassate in pochi metri quadrati dove le temperature spesso superano i 40°.
Animali che si feriscono e sanguinano per ore.
Spesso non possono stare nemmeno in piedi perché i soffitti sono troppo bassi, ma se si sdraiano corrono il rischio di essere calpestati
Tra le maggiori cause di questa tragedia c’è l’eccessiva durata dei trasporti.
Giorni interi sulla strada, viaggi interminabili da un capo all’altro d’Europa, lungo migliaia di chilometri fino alla destinazione finale, il più delle volte il macello.
La campagna 8hours, lanciata dall’associazione animalista Animals’ Angels, chiede alla Commissione europea di stabilire il limite vincolante di 8 ore per il trasporto di animali vivi in Europa, secondo quanto raccomandato nel 2002 dal Comitato scientifico per la salute e il benessere degli animali della stessa Commissione Europea.
Nel rapporto “The Welfare of animals during transport” si legge: “I trasporti di animali vivi dovrebbero essere i più brevi possibile”.
Una raccomandazione finita nel cestino, visto che in Europa non esiste tuttora alcun limite.
La legislazione Ue prevede infatti trasporti anche di parecchi giorni (con pause cicliche del tutto inadeguate) a patto che siano rispettate alcune semplici misure riguardanti il riposo, l´alimentazione e l´abbeveraggio delle bestie.
Misure che, neanche a dirlo, vengono troppo spesso ignorate.
“Mancano totalmente i controlli”, attacca Adolfo Sansolini, coordinatore della campagna 8hours.
“L’agenzia Ue incaricata, la Food and Veterinary Office (FVO) di Dublino, conta solo 4 ispettori, con milioni di animali trasportati ogni anno in tutta Europa.
Va da se che è impossibile controllare in modo rigoroso”. “Con questa campagna vogliamo tradurre in pratica gli appelli della Federazione dei veterinari d’Europa”, continua Sansolini, “ovvero macellare gli animali nei punti più vicini e trasportare solo le carni refrigerate.
Le 8 ore che proponiamo nascono da un’analisi della Commissione stessa ed equivalgono ad un raggio di 500 km”.
L’Italia, per la sua robusta industria alimentare, rappresenta uno degli hub principali del trasporto di animali in Europa. Secondo stime del Ministero della Salute, nel 2010 l’Italia ha importato 1.018.584 capi bovini dalla Francia, 508.305 suini dall’Olanda e 23.839 cavalli dalla Polonia.
Il sospetto è che non tutti questi animali abbiamo viaggiato in condizioni accettabili.
Un esempio? Nell’ottobre 2010 alcuni volontari di Animals’ Angels hanno seguito da vicino il trasporto di 315 pecore non tosate da Mota del Cuervo in Spagna fino al mattatoio di Fara in Sabina a Rieti, in Italia.
Un percorso di 1917 km durato circa 24 ore. “Allo scarico c’erano quattro pecore a terra e una morta a bordo del camion”, si legge nel rapporto dell’associazione.
“Gli animali a terra sono stati abbattuti d’emergenza.
Il veterinario di controllo ha riscontrato diversi animali estremamente magri, altri con gravi infiammazioni oculari o affetti da mastite e zoppia”.
Secondo i volontari, “c’erano 35 animali in più rispetto alla capienza del veicolo.
La maggioranza toccava il soffitto con la testa o addirittura con la schiena”.
E poi ancora “non c’era lettiera a bordo del camion.
Quindi il pavimento era coperto di urine e deiezioni ed era molto scivoloso”.
Animals’ Angels teme che questo caso sia tutt’altro che un’eccezione.
“In Italia le condizioni di trasporto sono migliorata dal 1999, quando nel porto di Bari morirono centinaia di pecore”, ammette Sansolini, “ma ci sono ancora troppe situazioni ufficialmente legali ma assolutamente non legittime”.
Per questo motivo la campagna 8hours vuole consegnare alla Commissione europea un milione di firme affinché intervenga al più presto, non escludendo, in caso di fallimento, di usare quelle stesse firme per adire la nuova legge d’iniziativa popolare che, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, permette ai cittadini di rivolgersi direttamente a Bruxelles.
L’associazione sta cercando di portare dalla sua parte il Parlamento europeo, interlocutore privilegiato della Commissione, cercando adesioni tra gli Eurodeputati.
Tra gli italiani, hanno già aderito alla campagna David Sassoli e Gianni Pittella (Pd), Cristiana Muscardini (Fl), Andrea Zanoni, Sonia Alfano e Gianni Vattimo (IdV).
IlFattoQuotidiano.it
Commenta (0 Commenti)
In Italia quasi una famiglia su due possiede un piccolo animale domestico in casa.
Un miliardo e 750 milioni di euro è la spesa annua per la salute di Fido e compagni.
La cifra è il frutto di uno studio contenuto nel primo rapporto Assalco, l'associazione nazionale delle imprese per l'alimentazione e la cura degli animali di compagnia.
Il cibo è la prima voce in bilancio.
Sono 450 i milioni spesi in alimenti per cani e 669 milioni per i gatti.
Il prodotto in scatola fa la parte del leone.
Pappette e crocchette sottovuoto muovono un fatturato di 450 milioni di euro.
Si sfrutta la facilità della somministrazione, di conseguenza, è estremamente agevole smaltire gli avanzi.
Per converso diminuiscono le preparazioni fatte in casa: il 50% delle famiglie sceglie cibo industriale, secondo il parere dei veterinari più nutriente e bilanciato.
A lungo andare poi i consumatori si affezionano e si identificano in una marca.
Il volume d'affari è destinato ad un ulteriore trend di crescita, specie se si considera che nel 1983 le tonnellate consumate erano appena 75mila.
Le spese non si limitano solo al cibo.
I prodotti per l'igiene, il benessere e la cura dei piccoli pet rappresentano esborsi piuttosto consistenti (per un totale di 420 milioni di euro).
Come i figli (aumentano i casi di cuccioli chiamati con nomi umani) anche gli animali sono pezzi di cuore e il 25%, su un campione di 5000 intervistati, punta solo a prodotti di altissima fascia e svaligia solo gli scaffali di qualità per il sostentamento degli amici a quattro zampe.
Cani, gatti, criceti e canarini sono sempre più viziati dunque.
Se si pensa che, in tempi di crisi gli italiani hanno speso tanto per il benessere dei loro animali domestici, allora si può dedurre che non si tratta più di una moda elitaria.
Dall'associazione arriva, infatti, una stoccata polemica contro l'Iva al 20% sui prodotti per animali, classificati come prodotti di lusso.
Conosce un folgorante incremento anche il mercato pubblicitario rivolto a cani, gatti e affini. Vettore per eccellenza è la Tv, ma anche la radio, le riviste specializzate ed internet stanno interessando molto i guru del marketing di settore per ampliare la nicchia di mercato.
La cura degli animali domestici è correlata all'anzianità dei proprietari.
In proposito sostiene l'Assalco, l'animale domestico costituisce un toccasana contro la solitudine e un antidoto all'invecchiamento e alla stanchezza.
Fonte: Virgilio.it
Commenta (0 Commenti)
FATTORIE A DISTANZA
C'è chi li chiama per nome e appende le foto sul frigorifero e c'è chi li guarda brucare l'erbetta pensando al latte prodotto, e ai formaggi sani e convenienti che arriveranno sulla loro tavola.
Più di 10mila italiani (un dato empirico fornito dalle associazioni di allevatori e coltivatori che sostengono l'esperimento) posseggono una mucca, una capra, un asino, un maiale e perfino una o più galline senza avere neppure un metro di terreno né un pollaio o una stalle nel cortile.
È l'adozione a distanza degli animali da fattoria, che in alcuni casi sta aiutando interi settori - come l'allevamento allo stato semi-libero di pecore e capre - a sopravvivere a forme più redditizie e razionali.
Per tutti rappresenta un modo di tornare alla natura, la sensazione, magari illusoria, di aiutare da lontano un altro essere vivente che in cambio fornisce latte, uova e perfino lana ancora da cardare.
Fonte: laRepubblica.it
Commenta (2 Commenti)Maiali sepolti vivi sotto una slavina: un discutibile esperimento nel Tirolo austriaco dell'Ötztal, svolto dall'Istituto per la medicina d'emergenza in montagna di Bolzano, sta surriscaldando gli animi della politica e delle organizzazioni per protezione degli animali. Il test prevede di simulare la morte di una persona sotto le masse di neve. Per effettuare lo studio saranno impiegati 29 maiali.
Leggi tutto: Maiali sepolti vivi per un esperimento
Commenta (1 Commento)
Polli “latte e miele”
E’ una nuova tecnica di allevamento, assai curiosa è vero, però con ottimi risultati (soprattutto per il palato).
Sono polli a collo nudo (senza piume), una razza rustica, molto adatti all’aria aperta e ad accrescimento lento, cioè 120/140 giorni, rispetto ai 40/60 dei polli industriali.
Hanno meno grasso dei comuni polli, stanno per lo più all’aperto, in spazi molto ampi e il loro accrescimento è lento anche grazie al cibo somministrato: cereali, crusca e, ovviamente, latte e miele.
Tutti i volatili, compresa l’anatra, possono essere nutriti a latte e miele.
Inoltre questa particolare alimentazione, viene somministrata (a scopo sperimentale), anche su incroci di galline padovane.
Questa innovativa tecnica è frutto di un progetto messo a punto dalla camera di Commercio di Padova, con un brevetto depositato nel 2007.
Allevando al meglio gli animali, si ottiene una carne di notevole qualità,
ma questo non ve lo dobbiamo dire certo noi!!
Commenta (0 Commenti)
Abbiamo già dedicato alcuni articoli, relativi ai comportamenti da adottare, quando troviamo un animale abbandonato.
Ora, invece affronteremo in poche righe, il problema opposto e cioè, quando i nostri amici a quattro zampe si perdono.
Come muoversi?
Una premessa: il più delle volte tornano da soli, ci mettono un po’ di tempo ma, se non sono stati presi o investiti, tornano dal loro padrone, anche a costo di camminare per km e km, sfidando ogni avversità.
In ogni caso la prima cosa da fare è senz’altro avvertire l’anagrafe.
Un buon proprietario si è preoccupato sicuramente, di premunire il suo animale di un microchip, depositato poi all’anagrafe di competenza.
Ogni chip ha un numero di identificazione, (leggibilecon uno speciale dispositivo a scansione), il quale fornisce il nome e l’indirizzo del proprietario, insieme ad altre informazioni, anche mediche, relative all’animale.
Poi ci si attiva per fare il cosiddetto volantinaggio: affiggere e/o lasciare dappertutto, un volantino con la foto del nostro “amico”insieme a tuttii suoi dati.
Il cane possiede un ottimo senso dell’orientamento, con particolare riguardo però, alla sua zona, cioè quella che percorre insieme al suo padrone ogni giorno e che quindi conosce molto bene, altrimenti anche lui può incontrare delle serie difficoltà per ritrovare la strada di casa.
Il gatto è più libero, è vero, e sta per più giorni fuori, però se non incontra impedimenti, torna sempre dal suo padrone.
Commenta (0 Commenti)
Farfalle senza ali
Sapevate che esistono farfalle senza ali?
No!
Ebbene si!
Certo, riesce alquanto difficile pensare ad una farfalla senza le sue caratteristiche e variopinte ali, però in alcune specie l’addome della femmina pieno di uova, diventa così pesante da rendere difficile ogni spostamento e allora le ali diventano superflue, anzi addirittura costituiscono un impaccio e così si riducono a moncherini o spariscono del tutto.
Eh si,spariscono proprio.
Ci sono specie che hanno maschi agili e alati, mentre le femmine presentano un corpo smisuratamente gonfio e sprovvisto di ali.
Sono chiamate “attere”.
Nella famiglia delle Psiche, la farfalla femmina, non solo è completamente priva di ali, ma si presenta più involuta della stessa larva, tanto che il suo corpo è ridotta ad un sacchetto pieno di uova e somiglia a un verme piuttosto panciuto.
Questa creatura resta nascosta all’interno del suo bozzolo larvale fatto di seta e di frammenti vegetali, per proteggere il proprio ventre in cui è racchiuso l’avvenire della specie.
Nessuno riuscirebbe a trovarla e tantomeno a riconoscerla come farfalla, eppure il maschio (dalle ali perfettamente sviluppate), con le sue antenne molto sensibili e guidato dal caratteristico odore che essa sprigiona,riesce a trovarla.
Esiste anche una piccola farfalla che si sviluppa nelle acque degli stagni (Acentropus Niveus) che presenta due forme di femmine:una è alata, l’altra ha gli organi del volo ridotti a due moncherini.
Il maschio invece (come al solito), ha sempre ali normalmente sviluppate.
CURIOSITA’
A volte può verificarsi un curiosissimo ed eccezionale caso: un individuo è contemporaneamente maschio e femmina, ossia è “ginandromorfo”.
Il suo addome contiene a destra gli elementi sessuali maschili e a sinistra quelli femminili, o viceversa.
Accade allora un fatto straordinario: la farfalla presenta una metà del corpo e delle ali tipicamente maschili e l’altra metà con caratteristiche femminili.
In questo caso il fenomeno è molto evidente ed è inutile dire che questi esemplari, quando si ha la fortuna di trovarli, fanno la felicità dei collezionisti in cerca di rarità.
Commenta (0 Commenti)