Animali e igiene
Quando si hanno animali in casa, è buona norma non solo svolgere semplicemente un’accurata pulizia, ma occorre fare di più, e cioè anche disinfettare, per evitare la diffusione di infezioni.
Come procedere quindi?
Ma soprattutto, quali prodotti usare?
Se è vero che ogni disinfettante, antiparassitario o antibatterico riporta nell’etichetta quali “organismi” va a debellare, è vero anche che se si chiede un parere ad un esperto, male non fa e si è più tranquilli.
Molte volte è utile parlarne proprio con il veterinario che consiglierà il detergente adatto (ce ne sono talmente tanti in commercio!) sia per gli animali che si hanno in casa e sia per le persone della famiglia, ma soprattutto per essere sicuri del risultato e garantirne davvero l’efficacia.
La bacinella poi che si è soliti usare per disinfettare spugne, spazzole, panni e quant’altro, deve essere pulita e disinfettata a sua volta molto spesso, per lo meno una volta al giorno.
Inoltre il detergente disinfettante non va solo versato e lasciato agire per un po’ di tempo, prima di essere risciacquato (i tempi di solito sono riportati nelle confezioni), ma va strofinato molto bene per rimuovere quanti più microrganismi possibili.
Seguire questi semplici accorgimenti, ci fa vivere e “con-vivere” serenamente in casa, (anche con i bambini), insieme ai nostri amici a quattro zampe.
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Anatre sugli alberi
L’anatra mandarina e l’anatra sposa, sono due magnifiche specie che hanno la curiosa caratteristica di nidificare in cavità naturali all’interno di alberi secchi e spesso anche a notevole altezza.
Sono solite costruire il nido sugli alberi, differenziandosi completamente da tutte le altre anatre che prediligono invece nidificare in acqua o sul terreno, per cui si possono vedere appollaiate su un ramo come fossero comuni uccelli.
Un interessante esempio di adattamento alle particolari condizioni ambientali, dove questi uccelli vengono al mondo, è costituito dalle unghie affilate di cui i piccoli appena nati sono provvisti e che servono loro per arrampicarsi fino all’entrata del nido, spesso, come suddetto, posto ad un’altezza anche superiore ai 15 metri dal suolo, da dove si buttano a terra.
Lo scarso peso dei neonati e le piccole ali, che pur essendo del tutto inadatte a sostenere il volo vengono ugualmente sbattute, servono ad attutire la caduta per cui gli incidenti sono molto rari.
Alimentazione
Semi, vermi, insetti, rettili e piccoli pesci.
Curiosità
Anche il Quattrocchi, il Quattrocchi d’Islanda e il Quattrocchi minore, nidificano nelle cavità degli alberi o in cassette-nido, che vengono rivestite di piumino da dove i piccoli, poco dopo la nascita, si butteranno a terra per seguire la madre verso l’acqua.
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"I Still Do. Loving and Living with Alzheimer’s" è una mostra fotografica itinerante (e anche un libro fotografico) di Judith Fox, ex imprenditrice divenuta fotografa. Una mostra di testimonianza e di speranza. Dopo il terzo anniversario di matrimonio con il chirurgo Edmund Ackell, ad Ed venne diagnosticato l’Alzheimer. Era il 1998. Le fotografie (nell'immagine accanto) sono la storia della convivenza con l’uomo amato e con il morbo di Alzheimer. Qui riportiamo alcuni consigli di Judith per coloro che assistono malati di Alzheimer. La scorsa primavera la mostra di Judith è stata ospitata a Roma al Chiostro del Bramante.
Ecco alcune cose che ho imparato nel corso di questi ultimi undici anni e mezzo. L'elenco segue un ordine che non è cronologico o di importanza, né tanto meno definitivo: sono semplicemente i suggerimenti che vi darei se ci trovassimo seduti a bere una tazza di caffè insieme.
Non prendetela sul personale. I malati di Alzheimer non mettono l'argenteria nel frigorifero per farvi impazzire. Non vi rivolgono dieci volte la stessa domanda intenzionalmente. Non dicono che avete nascosto il loro portafoglio perché pensano che siete dei ladri. Per il loro bene e per il vostro, ricordate sempre che il loro cervello sta faticosamente cercando di dare un senso a un mondo che sta sfuggendo loro di mano.
L'INIZIATIVA
Il racconto delle malattie un laboratorio in tempo reale
LE STORIE
Giulia e Friedreich, come in un film
Scrivo il mio nome in quaranta secondi
Alzheimer, I miei piccoli consigli a familiari e assistenti
LE MALATTIE RARE
Oltre settemila patologie che aspettano una cura
Le corse interrotte già nell'infanzia
Quei bambini incapaci di sorridere
LA MEDICINA NARRATIVA
Quando la parola può essere la cura
CUORE
I centomila battiti del nostro cuore
Siate pazienti. Le persone affette dall'Alzheimer sono particolarmente sensibili al tono di voce e al linguaggio del corpo. Perdere la pazienza con loro ne aumenta l'ansia, sottolineando il fatto che non sono più in grado di funzionare come una volta.
Chiedete aiuto. Molte delle persone che assistono un familiare, me inclusa, pensano di potere (e di dovere) dare al coniuge o al genitore tutto l'aiuto di cui ha bisogno. Tendiamo a chiedere aiuto, quando lo facciamo, solo molto tempo dopo che questo è diventato una necessità. A quel punto, in genere abbiamo esaurito la pazienza e le energie. Diventa una situazione in cui tutti hanno solo da perdere.
Rivolgetevi a un buon gruppo di sostegno. Le uniche persone che possono veramente comprendere quello che state provando sono quelle che si trovano nella vostra stessa situazione. Esistono molti gruppi di sostegno, ma la dinamica e la chimica sono diverse: trovatene uno adatto a voi. Anche se non amate particolarmente i gruppi, provate semplicemente a lasciare che sia il gruppo a offrirvi il proprio sostegno.
Non permettete all'Alzheimer di isolarvi. L'Alzheimer finirà per limitare il mondo della persona malata: non lasciate che limiti anche il vostro. Trovate qualcos'altro di cui occuparvi e a cui dedicarvi quando se ne presenta l'opportunità.
Rivolgetevi al medico giusto. Non tutto il personale sanitario è dotato della capacità di comunicare o degli strumenti adeguati per affrontare l'Alzheimer. Assicuratevi di trovare qualcuno con cui riuscite a collaborare.
Scoprite il mondo del paziente. Via via che la malattia avanza, il mondo del paziente e quello della persona che lo assiste assomigliano sempre più al paese delle meraviglie di Alice. O a un film dei fratelli Marx. Non fate resistenza: scoprite il lato divertente e cercate di interagire con il paziente seguendo la sua logica. Tentare di imporre la vostra logica ai malati di Alzheimer è frustrante sia per loro che per voi.
Teneteli impegnati e pensate sempre che c'è ancora una persona dentro di loro. Perché è così. Parlate con la persona che amate, anche se non è in grado di rispondere in modo comprensibile. Tenete la sua mano, anche se non riesce più ad afferrare la vostra.
Adottate un animale. La pet therapy funziona. Inoltre, a un cane o un gatto non importa se qualcuno ripete la stessa storia dieci volte di fila.
Lasciatevi trasportare dalla corrente. Se vivete con qualcuno che ha l'Alzheimer, è un buon consiglio da ricordare sempre e da mettere in pratica.
Fonte: Repubblica.it
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Uccelli virtuosi del canto?
Dipende tutto dal clima
Più è imprevedibile ed estremo, più diventano bravi ed elaborati.
ALCUNI emettono solo pochi suoni, un po' monotoni. Altri invece sono dei virtuosi, dal canto talmente elaborato da riuscire ad incantare - e sorprendere - un pubblico particolarmente esigente.
In questo caso, quello degli scienziati, che, analizzando gorgheggi e richiami degli uccelli canori sono giunti ad una inedita conclusione: il segreto della particolare abilità "melodica" di certi esemplari è legato al clima. Più questo è incerto ed imprevedibile, più gli uccelli sviluppano una capacità particolare di variare e modulare il loro canto.
Per i ricercatori, è questione di sopravvivenza. Se gli uccelli si trovano ad affrontare inverni duri, climi particolarmente asciutti o con variazioni imprevedibili, diventa più difficile per loro cavarsela e riuscire a riprodursi.
Il cibo rischia di scarseggiare da un momento all'altro, e l'ambiente può diventare improvvisamente ostile. Studiando una specie particolare, il mockingbird, (mimo poliglotto), ricercatori americani hanno osservato che proprio gli esemplari che vivono in ambienti estremi tendono a cantare in modo più variato ed elaborato.
"Un collegamento sorprendente", secondo il dottor Carlos Botero del National Environmental Synthesis Center, uno degli autori dello studio pubblicato su Current Biology, "che indica che il clima rivela molto del luogo in cui gli animali vivono ma anche della loro personalità e qualità".
Il canto è uno strumento di seduzione per gli uccelli, che lo utilizzano per attirare le femmine e respingere i rivali in amore. Allo stesso tempo è un codice che rivela moltissime informazioni su chi lo emette.
Gli uccelli, infatti, imparano a cantare, e i risultati che raggiungono in questa abilità sono indicativi delle loro capacità mentali. I
n ambienti dal clima particolarmente incerto, comunicare con note melodiose e sofisticate non è solo un vezzo per gli uccelli, ma diventa un'abilità critica, perché le femmine si fanno altamente selettive nella ricerca di un compagno. E chi canta meglio, rivela di essere più adatto a sopravvivere in un ambiente difficile, mostrando la propria intelligenza ed inventiva.E quindi risulta più appetibile.
Gli studiosi - hanno partecipato alla ricerca anche il Cornell Lab of Ornithology e la McGill University - hanno analizzato il canto del mockingbird in ambienti molto diversi, dal deserto alla giungla.
Dati successivamente confrontati con database di informazioni climatiche, con precipitazioni atmosferiche e temperature relative alle diverse località.
L'analisi dei dati ha lasciato pochi dubbi: gli uccelli che vivevano nelle zone più difficili e variabili climaticamente, sono risultati nettamente più abili nel canto.
La cosa ci interessa da vicino, perché qualcosa di simile accade anche per l'uomo.
Si ipotizza da tempo, ricorda Botero, che alcune manifestazioni umane, come il linguaggio, la musica l'arte e la letteratura, si siano evolute come segnali di intelligenza nel processo di selezione sessuale. E i nostri dati, sottolinea lo studioso, "indicano che un processo simile si verifica negli uccelli canori".
Per gli scienziati è un'opportunità in più per comprendere quali sono le forze che agiscono favorendo l'evoluzione di tratti così importanti anche per l'uomo.
(23 maggio 2009)La Repubblica.it Commenta (0 Commenti)Le ricerche confermano la forte correlazione esistente tra la violenza contro gli animali e la violenza contro gli umani.
Uno studio condotto dalla Northeastern University e dalla Massachussets Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha rilevato che in un lasso di tempo di 20 anni, un gruppo di153 persone violente con gli animali erano 5 volte più tendenti a commettere crimini violenti, 4 volte più tendenti a commettere reati contro la proprietà, e 3 volte più tendenti a commettere reati connessi con l'uso di stupefacenti di un gruppo di confronto composto da 153 persone non-violente con gli animali.
In uno studio condotto su detenuti per crimini violenti e su un gruppo di individui non-detenuti, non-violenti, il 25% dei detenuti ha riferito di aver inflitto nell'infanzia "crudeltà sostanziali" ad animali, mentre nessuno dei non-detenuti ha riferito storie di violenza sugli animali.
In uno studio svolto su 53 famiglie in terapia psicologica per episodi di abuso di minori, il 60%aveva abusato anche di animali e nei due terzi dei casi, il genitore che abusava aveva anche ucciso o ferito gli animali domestici per ottenere il controllo totale sul bambino. In un terzo dei casi, i bambini avevano abusato degli animali, usandoli come "capri espiatori" per la propria ira.
In uno studio su 28 detenuti per omicidi a sfondo sessuale (tutti maschi) i ricercatori hanno constatato che il 36% aveva abusato di animali durante l'infanzia e il 46% nel corso dell'adolescenza. [….]
La ricerca inoltre indica che:
I ragazzi crudeli con gli animali possono diventare aggressivi nei confronti degli umani.
I bambini cresciuti in un clima di intensa coercizione possono imitare lo stesso comportamento con animali e persone.
I bambini imparano i comportamenti crudeli dagli adulti e possono riprodurli sugli animali.
I bambini abusano degli animali per scaricare l'aggressività che provano verso gli adulti che abusano di loro, anche in seguito a traumi psicologici.
Che cosa possiamo fare tutti?
E’ indispensabile la quotidiana e attenta igiene di ciotole, vaschette, lettiere e cucce.
La saliva, le unghie, il pelo degli animali possono essere contaminati da microbi e uova di parassiti pericolosi per l’uomo, è quindi ovvio che è necessario lavarsi le mani dopo aver accarezzato un animale ed abituare i bambini a non lasciarsi leccare mani e viso.
Evitare il contatto con animali sconosciuti. Il gatto per le sue abitudini di vita più indipendenti è maggiormente responsabile di zoonosi.
Nel caso di morso di animale, sia esso domestico o randagio, è indispensabile rivolgersi subito ad un pronto soccorso e se possibile far controllare l’animale da un veterinario. Graffi di gatto o le beccate di uccello devono essere medicate prontamente.
TOXOPLASMOSI
Pericolosa in gravidanza La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita che infesta l'intestino del gatto, che ne elimina le uova tramite le feci.
L’uomo è contagiato attraverso l'ingestione delle uova generalmente rilasciate sul terreno: possono essere fonte di contagio anche carni crude o poco cotte di animali infestati, salumi, uova crude e latte non pastorizzato.
La malattia è molto diffusa, ma non pericolosa, tanto che spesso, in normali condizioni, passa quasi inosservata: tuttavia se contratta durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, è assai rischiosa per il bambino.
Per questo motivo si consiglia sempre alle donne in attesa di sottoporsi ad un esame del sangue per verificare se in passato hanno contratto la malattia (e ne sono quindi protette): in caso negativo è importante seguire scrupolosamente i consigli del medico per rendere minimi i rischi di contagio.
La prima risposta che verrebbe in mente è: ” perché sono necessari all’uomo per alimentarsi”.
(Naturalmente i vegetariani non sarebbero d’accordo).
Ma nemmeno noi, o almeno non del tutto in quanto convinti che ci sono altre motivazioni dietro al bisogno che l’uomo ha degli animali e non è più certamente solo un bisogno alimentare.
Alcuni autori muovono le mosse per una teoria che si presenta, per i non addetti ai lavori, di portata rivoluzionaria: l’animale rappresenta per l’uomo una necessità per il completamento del suo sviluppo sia formativo che espressivo.
Sapere riconoscere, pertanto, l’importanza pedagogica di una corretta relazione con l’alterità animale, può spiegarci perché e quanto sia importante soddisfare il bisogno etologico dell’uomo verso all’animale, a patto che questo bisogno sia orientato, pilotato e svelato nei vincoli di responsabilità dell’uomo verso l’animale per evitare il rischio, purtroppo molto diffuso, di relazioni pericolose o di maltrattamenti nei confronti degli animali (abbandoni, randagismo…).
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