Questo sito usa i COOKIE

Categoria: Uomo e Animali
Visite: 2426
Condividi

Un po’ di storia

Il gatto domestico,conosciuto dai biologi con il suo nome latino Felis catus, vive gomito a gomito con l’uomo da almeno 4000 anni,ma questa relazione non è mai stata così stretta nel corso dei secoli,come lo è oggi nel mondo occidentale. E’ probabile che il gatto domestico sia di origine mediorientale, a partire dal gatto selvatico africano (Felis Libya),più tozzo ma con struttura corporea più snella, simile a quella riscontrata negli scheletri delle mummie dei gatti egiziani. La grande importanza del grano nell’economia dell’Antico Egitto ha probabilmente indotto questo popolo ad accettare la vita in comune con il gatto selvatico, per potersi liberare dell’incredibile numero di topi e ratti che distruggevano i frutti del loro duro lavoro. Laggiù, nel 1580 a .C. , nacque il culto della dea Basht, una donna con la testa di felino rappresentante la fertilità e la maternità. Da ciò si deduce che, indubbiamente il gatto abbia giocato un ruolo estremamente importante nell’Antico Egitto, sia come animale da compagnia sia come cacciatore. Anche nella prima letteratura cinese e indiana, a partire dal 500 a.C. , si trovano cenni ai gatti: la leggenda della sfortuna portata dal gatto nero risale proprio alla letteratura cinese di quell’epoca. Attraverso i secoli, dal medioevo fino ai giorni nostri, il gatto conquista posizioni: è considerato sacro da molte religioni dell’Est come per esempio il Buddhismo. Sfortunatamente l’atteggiamento della società occidentale nei suoi confronti non è sempre così favorevole. Troviamo segnali di apprezzamento nei suoi riguardi nell’arte e nella letteratura medievale soprattutto tra l’XI e il XII secolo. La Chiesa lo collegò alle credenze pagane. Spesso fu coinvolto in casi di stregoneria (infatti si pensava che le streghe potessero trasformarsi in gatti). Nell’Inghilterra dei Tudor ed Elisabettiana molti gatti furono bruciati in pubblico come simbolo di eresia e messaggeri del diavolo. A partire dal tardo ‘700 si è fatta strada una concezione più razionale del gatto domestico, accreditata da Isaac Newton, considerato l’inventore dello sportello per gatti, da applicare alla porta di casa. Questa nuova situazione fu rinforzata dalla popolarità raggiunta sotto la regina Vittoria proprietaria di due persiani. La nascita della Federazione Felina Italiana è assai più recente (1934), poco prima dell’istituzione della Federazione Internazionale Felina (1938).

Il gatto in famiglia

Si può di sicuro affermare che la sua reputazione di animale da compagnia è cresciuta grazie al suo stile di vita che richiede meno attenzioni di quello di un cane. I benefici derivanti dall’avere un gatto in casa riguardano tutte le età, dai bambini alle persone anziane che ne apprezzano la compagnia e l’affetto. Spesso una persona anziana non è in grado di provvedere alle necessità di un cane; in questi casi sicuramente un gatto rappresenta la compagnia più adatta. Nella società moderna, benché esista un movimento di opinione favorevole al benessere animale, non sempre i gatti vengono trattati bene. Accade ancora che vengano maltrattati e feriti. Un gatto abbandonato ha maggiori possibilità di riadattarsi alla vita selvatica rispetto a un cane, che si riduce spesso a uno stato pietoso.

Quanto e quando dare da mangiare

I gatti regolano l’assunzione di cibo in funzione del suo contenuto energetico. Le razze più vivaci come la siamese hanno la tendenza a mangiare di più. I soggetti in accrescimento, a parità di peso, consumano il doppio degli adulti; le gatte che allattano arrivano a mangiare fino a tre volte di più. Gli animali sterilizzati hanno esigenze minori. Nei gatti che vivono all’aperto, temperature esterne molto basse fanno aumentare parecchio i consumi per fronteggiare il deficit calorico che si viene a creare. Lo stesso avviene quando l’animale compie molto movimento. Se il gatto non riceve abbastanza cibo lo richiede insistentemente fino a diventare petulante. In genere si consiglia di dar da mangiare al gatto adulto due volte al giorno: un piccolo pasto al mattino e uno decisamente più abbondante la sera. È indispensabile lasciare sempre a disposizione acqua pulita soprattutto se il soggetto mangia solo o prevalentemente cibi secchi.

Condividi
comments