Biotecnologia e agricoltura
Da circa 30 anni la biotecnologia (volente o nolente) ci sta cambiando la salute e, se utilizzata pienamente in agricoltura può darci davvero tanto.
Per esempio:si possono recuperare varietà vegetali che sono a rischio di estinzione,oppure rendere alcuni prodotti più resistenti a parassiti e quindi a certe malattie, o ancora trovare modi per sfruttare al meglio i terreni (magari con piante autofertilizzanti),salvare le colture da agenti aggressivi e infine, cosa non di poco conto, rispondere al sempre più crescente fabbisogno mondiale.
Quando però si parla di prodotti geneticamente modificati ( i famigerati OGM) ,invece di essere contenti si crea una sorta di barriera e di diffidenza (per non dire paura vera e propria), perché non se ne conoscono gli effetti.
Molte sono le colture che nel tempo sono andate perse, con la biotecnologia si potrebbero recuperare, oppure far sì che, in molti prodotti, le sostanze restino all’interno del prodotto stesso, così che anche se sbucciate (vedi carota), i nutrienti non vengono dispersi ma anzi restano pienamente usufruibili con tutti i benefici che ne conseguono.
Ma allora, se ha tanti benefici, perché non viene utilizzata questa biotecnologia dappertutto e con più vigore?
Semplice, perché come precedentemente detto, non si conoscono ancora, bene e del tutto, i rischi che potrebbe comportare la sua applicazione a pieno regime.
Le piante geneticamente modificate potrebbero,nel tempo, rilasciare nell’ambiente sostanze nocive o peggio, tossiche, che andrebbero a compromettere seriamente alcuni equilibri naturali.
Ci sono oggi molti campi nei quali la biotecnologia viene però impiegata: smaltimento alternativo e corretto dei rifiuti, biodegradazione, utilizzo di alcuni microrganismi (batteri), capaci di metabolizzare i composti organici di scarto per produrre metano ed estrarre petrolio e ancora per la produzione di biomateriali vari (non ultime le nostre borse per la spesa, composte da amido di mais e biodegradabili, o la produzione di detersivi a basso impatto ambientale).
Certo è che molto dipende dalla nostra disponibilità, dal nostro senso civico e morale, nonché dall’amore che nutriamo per l’ambiente nel quale viviamo.