Titolo: Canto d’amore
“Charmes de Londres”
Autore: J. Prévert
Ed.:Newton Compton
Roma, 1977
“E andiamo e veniamo
ci seguiamo ci incrociamo
talvolta senza vederci
ci urtiamo
e senza ascoltarci
ci scusiamo”.
Libro bellissimo di versi d’amore (e non poteva essere altrimenti), però di quell’amore universale che nasce spontaneo dal cuore per diventare poi, forza capace perfino di risanare il mondo.
E’ il fascino di Londra (altre volte Parigi) a far scaturire dall’animo del poeta, poesie tanto intense.
Ma non la Londra dei turisti, bensì una Londra segreta, quasi sconosciuta, e il poeta, con un modo alquanto inusuale di descriverla, riesce a trascinarci lungo le vie, dentro gli anfratti, sotto i grandi alberi (preferiti dai ragazzi), facendoci perfino sentire il rumore dei materassi che galleggiano sul Tamigi con le molle arrugginite, contrapposti a cigni, impeccabilmente bianchi, i cui versi striduli si mischiano alle voci dei venditori ambulanti o alle sirene dei bassifondi.
Il tutto poi, naturalmente avvolto dall’immancabile nebbia che, salendo dal Tamigi, invade le strade trasformando “ i mendicanti in fantasmi che disegnano col gesso castelli di sogno sull’asfalto” .
Certo un modo completamente nuovo (neorealistico) di rivisitare e amare la città:
sembra quasi che Prévert voglia prenderci per mano e accompagnarci nel cuore di Londra “isola circondata d’acqua, d’erba e di sangue” e noi, non possiamo far altro che seguirlo, incantati più che mai.
Scrive Cagli (curatore del libro):” Prévert ha visto le cose grandi con l’occhio del popolo, un occhio poco propenso a concedere il passaporto dell’immortalità e il marchio del valore consolidato”. [introduzione]
Vero.
Il libro si chiude con questi versi di affettuoso saluto:
“Fascino di Londra
Fascino delle isole
delle grandi isole della vita”
Maria Teresa