Viaggio a New York (prima parte)
Quest’anno per le feste di Pasqua, mi sono regalata una vacanza speciale: un viaggio a New York, però non da sola, ma con la famiglia e un gruppo di amici.
Oddio, si fa presto a dire amici, in realtà sette di loro non li conoscevo affatto, li ho visti e salutati per la prima volta all’aeroporto di Monaco, dove entrambi abbiamo fatto scalo e da lì poi, tutti insieme, ci siamo imbarcati per New York.
Dopo circa 8 ore di volo, arriviamo nella Grande Mela: veniamo prelevati dal pulmino/limousine dell’agenzia di viaggio, per portarci in albergo.
E’ molto particolare,ha le luci soffuse, i vetri dei finestrini oscurati, invece dei soliti posti a sedere ci sono dei divanetti e in una parete c’è l’angolo bar, con tanto di bicchieri, bottigliette d’acqua nel ghiaccio e tovaglioli.
Dai finestrini sbirciamo la città, sono le 18.00 ma ancora è giorno e c’è già un primissimo impatto con una realtà completamente nuova e diversa.
Arriviamo all’albergo, il bellissimo hotel Hyatt, vicino alla Grand Central Station sulla 42esima, zona centrale (quasi ogni sera si andava nella vicina Times Square a piedi), nel cuore di Manhattan.
La nostra stanza è al 28esimo piano.
Ci diamo una rinfrescata e poi via, ci incamminiamo per la prima volta in mezzo alle luci e ai grattacieli.
La città è proprio come me l’aspettavo, stravagante, multicolore, multietnica, caotica quanto basta e, naturalmente, bellissima.
Tutto è grande, immenso, esagerato: grattacieli, strade, marciapiedi, auto, cartelloni pubblicitari… e poi taxi a volontà.
Tanti taxi gialli come girasoli.
Si respira “libertà” a pieni polmoni e senti di essere (fin da subito), parte di quel mondo dove tutti vanno, vengono, comprano, “vivono” apparentemente senza fermarsi mai.
Dappertutto ci si incontra, ci si sfiora, ci si guarda negli occhi, ci si sorride perfino, senza però badare più di tanto, gli uni agli altri.
Sembriamo tante formiche in cerca di provviste per l’inverno, perennemente con il naso in su per ammirare gli innumerevoli grattacieli, uno più bello o più caratteristico dell’altro.
Alcuni poi sono davvero meravigliosi, specie quando nelle loro pareti a vetro si rifrange il sole, regalando al nostro sguardo giochi di luce e di colori difficili da descrivere.
Altro che freddi “pilastroni” di ferro e cemento!
Poco verde, è vero, però ce n’è così tanto a Central Park!
E pure con tanto di divertenti e saltellanti scoiattoli.
E’ tutto fantastico, veramente, compresi gli amici di viaggio.
E che amici!
Persone simpatiche, disponibili, cordiali e molto, molto affabili: la giusta compagnia per fare davvero “gruppo” e non essere soltanto “turisti per caso” che si ritrovano insieme per visitare una parte di mondo.
C’è stata subito con loro condivisione di sensazioni ed emozioni, le più svariate (a seconda delle circostanze), però tutte, ma proprio tutte, senz’altro molto vere, che hanno contribuito a dare vita ad un’esperienza e ad un’ amicizia sincera e (spero) duratura.
Ci si trovava d’accordo non solo nella scelta dei posti da visitare (Mauro proponeva), ma anche come arrivarci e cosa vedere.
E a tavola?
Che bel clima!
Ogni tavolata era una festa, eravamo in tutto 14 persone, di cui 8 oltre gli “anta” e 6 splendidi ragazzi e tutte accomunate dalla stessa voglia di vivere con la giusta “leggerezza” e la giusta serenità ogni attimo della vacanza. Sorrisi, brindisi, scambi di idee, battute divertenti… il tutto fermato per sempre in tanti scatti fotografici, ma più ancora scolpiti per sempre dentro di me.
Se chiudo gli occhi, mi sembra di rivederli tutti: Carolina e le sue tante sigarette, il viso sorridente e a tavola, l’immancabile Prosecco;
Silvano, il marito, dietro ad un’apparenza di grande riservatezza, si celava invece una persona molto disponibile, affabile e grande estimatore d’arte (nonché di vini);
Aurora (insieme a Michael, organizzatrice del viaggio, meriterebbero entrambi un premio per l’impegno profuso e per aver stilato un programma ad hoc, meravigliosamente riuscito), Aurora, dicevo, molto solare e sempre disponibile, davvero una piacevole compagna;
Mauro, suo marito, come Silvano, anche lui appassionato d’arte e intenditore di vini, aperto, cordiale e sempre pronto alla battuta;
Paola e Licio, che dire? Gli unici che conoscevo già, gran belle persone. La figlia Alessandra e la mia sono amiche del cuore da sempre, sono praticamente cresciute insieme,visto che si conoscono dai tempi dell’asilo.
I ragazzi!
Come non dedicare un pensiero anche a loro!
Chiara, Alessandra, Tommaso, Michael, Nino e Luca, splendidi, carinissimi, gioiosi, un gruppo nel gruppo, con noi e da soli (se non ci fossero stati loro, in alcune occasioni non ne saremmo usciti vivi con la lingua!!), meravigliosamente ed empaticamente uniti pur nella diversità di carattere.
Beata gioventù, non erano mai stanchi (loro!!), mentre noi… lasciamo stare va.
Quanto abbiamo camminato!!!
D’altra parte solo a piedi puoi godere di una vista eccezionale e di ogni più piccolo particolare, altrimenti perso.
Non ci siamo fatti mancare niente: dal musical “Mamma mia” in un teatro di Broadway alle giravolte a tempo di musica dei ragazzi in strada, dai taxi alla metropolitana, dallo shopping nei tantissimi negozi (non solo di abbigliamento, ma anche profumerie, calzature, souvenir) ai semplici supermercati aperti anche di notte, dalle colazioni e pranzi in ristoranti famosi alla pizza di “Sbarro’s” e caffè o merende nei tanti “Starbucks Coffee”…
To be continued
Maria Teresa
Un consiglio
Mentre leggete questi ricordi di viaggio, vi consiglio di ascoltare come sottofondo musicale, la bellissima canzone: Empire state of mind di Jay-Z ft. Alicia Keys.
Oppure la versione solista di Alicia Keys, Empire state of mind (Part II).
E’ la giusta colonna sonora.
Per i nostalgici e per quelli un po’ più in là con gli anni, naturalmente consiglio New York New York, del grande F.Sinatra.
Enjoy your day