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Categoria: LENR
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E’ già da un po’ che seguiamo gli sviluppi di una vicenda che sta appassionando numerose persone. Una vicenda che se avrà il seguito dichiarato è destinata a cambiare il nostro futuro, un futuro finalmente più verde e sostenibile e a cui noi de’ ilmionido non possiamo non essere indifferenti e primi tifosi.

L’ingegner, inventore ed imprenditore Andrea Rossi (Milano 1950) sostiene di aver raggiunto la Fusione Nucleare Fredda, o qualcosa di assimilabile attraverso il suo E-Cat (Energy Catalyzer).

Prima di addentrarci nell’argomento vorrei darvi  qualche spiegazione e delucidazione sui termini e sugli argomenti trattati.

Le LENR Low Energy Nuclear Reactions sono fenomeni mediante I quali  attraverso una fusione atomica si ha una TRASMUTAZIONE di una specie atomica in un'altra.

Per intenderci, la fusione nucleare che avviene nel sole è il processo attraverso il quale si producono nuclei di elementi più pesanti a partire dalla fusione di nuclei di elementi più leggeri.
Nei processi di fusione nucleare (o anche, reazioni termonucleari) la massa del nuovo nucleo formato non è pari alla somma di quella dei nuclei atomici che hanno partecipato alla fusione, ma leggermente inferiore. È per tale difetto di massa che, in base alla legge di Einstein E = m · c2 si sviluppa energia a processo avvenuto. Nell'interno del Sole avviene la fusione di quattro nuclei di Idrogeno (protoni) in un nucleo di Elio.

La Fusione Fredda quindi si produrrebbe a pressioni e a temperature molto minori di quelle necessarie per ottenere la fusione nucleare "calda", per la quale sono invece necessarie temperature dell'ordine del milione di kelvin e densità del plasma molto elevate.

E’ da molti anni ormai che gli scienziati di tutto il mondo cercano di riprodurre quello che avviene nel sole ma, per produrre l’energia iniziale necessaria ad innescare il sistema si sono incontrati solo insuccessi. E’ per questo che è nato il progetto ITER (in origine International Thermonuclear Experimental Reactor, in seguito usato nel significato originale latino, cammino) è un progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare in grado di produrre più energia di quanta ne consumi per l'innesco e il sostentamento della reazione di fusione. Nello specifico, ITER è un reattore deuterio-trizio in cui il confinamento del plasma è ottenuto in un campo magnetico all'interno di una macchina denominata Tokamak.
La sua costruzione è attualmente in corso a Cadarache, nel Sud della Francia da un consorzio di Unione europea, Russia, Cina, Giappone, Stati Uniti d'America, India e Corea del Sud. Il costo previsto è di 10 miliardi di euro.

Dopo il clamore provocato nel 1989 dagli esperimenti di Martin Fleischmann e Stanley Pons dell'Università di Salt Lake City nello Utah, poi ripetuti in diversi laboratori, sono seguiti degli studi teorici, tra i quali quelli di Giuliano Preparata, docente di Fisica Nucleare all'Università di Milano, che elaborò la sua "teoria coerente sulla fusione fredda". Nel maggio 2008 Yoshiaki Arata, uno dei padri della fusione nucleare calda nipponica, insieme alla collega Yue-Chang Zhang, ha mostrato pubblicamente ad Osaka un reattore funzionante con pochi grammi di palladio. Se il successo di questo esperimento sia dovuto alla fusione fredda o piuttosto ad una forma ancora non conosciuta di sviluppo di energia, è oggetto di controversie.
Nel 1989 Francesco Piantelli, biofisico dell'Università degli Studi di Siena, durante alcuni esperimenti con campioni di materiale organico, rilevò un'anomala produzione di calore. Comunicò il fenomeno da lui osservato a Focardi e i due decisero di creare un gruppo di lavoro cui si aggiunse Roberto Habel, membro dell'INFN presso l'Università di Cagliari, al fine di approfondire la causa di quell'anomalia termica
Dopo circa tre anni, gli studi approdarono a significativi risultati permettendo la costruzione di un reattore Nichel-Idrogeno sufficientemente efficiente. Passarono altri due anni di sperimentazioni e finalmente il 20 febbraio 1994, in una conferenza stampa presso l'aula magna dell'Università di Siena, venne annunciata la messa a punto di un differente processo di produzione di energia per mezzo di Reazioni Nucleari a Bassa Energia (LENR), profondamente differente da quello fatto da Fleischmann e Pons.
Nel 1996 un gruppo del CERN di Ginevra diretto da Antonino Zichichi ha tentato una replica dell'esperimento di Piantelli-Focardi; l'attività di studio è durata quasi un anno, ma alla fine non ha dato un risultato favorevole all'ipotesi di una spiegazione di natura nucleare del fenomeno.

Dal 2008 il professor Focardi collabora con l'inventore e imprenditore Andrea Rossi alla realizzazione di un dispositivo, denominato E-Cat (Energy Catalizer), che dovrebbe essere in grado di produrre energia utilizzando i fenomeni basati sulle ipotetiche reazioni nucleari a bassa energia già studiate da Focardi. Il catalizzatore è stato oggetto di una presentazione pubblica il 7 ed 8 Settembre a Zurigo.

Siamo quindi arrivati all’E-Cat di Andrea Rossi la sigla sta per catalizzatore di energia ed è il nome di un dispositivo capace, afferma il suo inventore, Andrea Rossi, di sfruttare un processo chimico-fisico detto di fusione fredda per ottenere energia termica (calore) in quantità di molte volte superiore all'energia necessaria a mettere in funzione il "motore" (da 6 a 30 volte con l'E-Cat, secondo Rossi). È il contrario di quanto accade normalmente in natura, dove l'energia spesa per ottenere qualunque cosa dall’acqua calda o al moto dell’auto è sempre di molto superiore a ciò che poi si ottiene.

Ma come funziona esattamente l’E-Cat? In pratica un protone, che proviene da un atomo di idrogeno, si fonderebbe con un nucleo di nichel. Il risultato di tutto ciò è la formazione di rame. I componenti immessi nell’E-Cat sono polvere di nichel e idrogeno. Esiste però un segreto per ciò che riguarda il componente misterioso che svolge la funzione di catalizzatore. Si sa soltanto che si tratterebbe di un elemento reperibile in maniera facile e piuttosto economico.

 

 

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Questi di sopra sono due video in cui si celebra la scoperta e sui primi test effettuati, c’è da dire che nel frattempo le cose sono evolute diversamente, nel senso che, inizialmente Rossi ha lavorato con la greca Deflakion per sviluppare e commercializzare l’E-Cat poi, sembra che ci siano stati problemi ed ha abbandonato la collaborazione con il risultato che i greci hanno deciso di andare avanti da soli promettendo di mettere sul mercato un loro prodotto, è dei mesi scorsi però la notizia che la Deflakion abbia deciso di trasferirsi in Canada e ha da pochi giorni annunciato due prototipi di reattori denominati R5 ed R6.

Intanto PROMETEON è stata ufficializzata come partner unico per l’Italia e dovrà occuparsi della produzione e commercializzazione del prodotto nel nostro paese.

Sono stati più volte annunciate collaborazioni e test effettuati con l’università di Bologna ma, sembra, che, dopo una prima collaborazione, l’università si sia poi defilata ed abbia smentito ulteriori test.

 

 

Il prototipo dell’Hot Cat, fotografato durante il test di validazione del 16 luglio 2012. In primo piano, si vede il reattore costituito da due cilindri concentrici fra i quali vi è il combustibile. La temperatura media massima raggiunta durante il test è stata di circa 800 °C, non stupisce quindi che l’E-Cat sembri una fornace.
(Copyright 2012 Col. Ing. Domenico Fioravanti)

 

Secondo la Prometeon l’Hot Cat, ovvero l’E-Cat ad alta temperatura, ha superato brillantemente due importanti test di validazione e un terzo indipendente. Il processo di validazione definitivo del prodotto si concluderà entro tre mesi, con la pubblicazione ufficiale dei risultati. I test si sono svolti a Bologna il 17 luglio e il 7 agosto scorsi.

Come da comunicato stampa tecnico di Prometeon, l’Hot Cat sarebbe in grado di “riscaldare un fluido attraverso il contatto con una parete calda circa 1000 °C, mentre in alcuni punti interni al reattore si raggiunge una temperatura di addirittura 1200 °C. La principale novità del test di luglio, oltre al profilo ed al numero dei validatori coinvolti, risiede nell’estrema semplicità della tecnica di stima dell’energia minima prodotta, resa possibile dall’alta temperatura raggiunta. Nei test effettuati l’anno scorso sugli E-Cat a bassa temperatura, invece, si erano usati dei metodi calorimetrici a flusso, molto più complessi. Per non lasciare adito a dubbi, questa volta si è deciso di eseguire le misurazioni con una tecnica elementare. Il risultato pratico, infatti, è che sul cosiddetto “diagramma di Ragone” – in cui sono rappresentate le prestazioni dei sistemi di accumulo energetici, con in ascissa la densità di energia per unità di massa e in ordinata la densità di potenza per unità di massa – l’E-Cat si colloca, nonostante l’ampia sottostima di tutti i valori coinvolti nella misura, in una regione di densità energetica elevata, ben superiore a quella delle altre sorgenti di energia, concentrate tutte in un’area ristretta: l’E-Cat, cioè, non funziona utilizzando pile, condensatori o altri sistemi noti di accumulo di energia.”

E si conclude con una precisazione, “precisiamo che in questi test lo scopo non era quello di misurare il COP dell’Hot Cat, che dalla procedura seguita viene sottostimato essendoci varie ipotesi prudenziali. Nella versione dell’E-Cat in commercio, il COP garantito dal produttore è 6, ampiamente superato in precedenti test sull’E-Cat termico a bassa temperatura. Il COP potrebbe essere molto più alto (fino a 100-200 nelle prove al limite), ma verrà tenuto anche in futuro a tale valore per ragioni di sicurezza.”

Quello che ancora manca comunque è la validazione del mondo scientifico dei risultati e di quanto ottenuto, è per questo che a quanto pare un ente indipendente sta testando un hot cat e quando avrà terninato ne pubblicherà i risultati.