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Categoria: recensioni
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Rosso Malpelo


G. Verga   da  “Vita dei campi”


“Rosso Malpelo” è una novella di G. Verga, nella quale si narra la storia di un ragazzo solo,
abbandonato a se stesso e sfruttato sul lavoro, nella Sicilia del 1800.
Secondo un’antica credenza chi aveva i capelli rossi, era considerato cattivo e per questo
disprezzato da tutti.
Malpelo, vittima di questa dicerìa popolare, viene quindi malvisto, emarginato e trascurato
perfino da sua madre e la sorella, addirittura se ne  vergogna.
L’unico a dimostrargli affetto è il padre, che però muore disgraziatamente, nella cava dove stava lavorando.
Dopo questo tragico evento,Malpelo, gonfio di dolore e rabbia, decide, non solo di continuare
il pericoloso mestiere del padre, ma anche di cambiare il suo modo di fare, diventando vendicativo
e così cattivo, da meritarsi davvero,l’appellativo con cui usavano chiamarlo.
Nella cava conosce un altro ragazzo, Ranocchio al quale cerca di insegnargli le poche leggi della vita
che aveva imparato suo malgrado. Ma le cose non vanno bene e presto si ritrova più solo e più arrabbiato di prima.
Sentendosi davvero abbandonato e non avendo nulla da perdere, decide di accettare un pericoloso incarico alla cava
(rifiutato da tutti gli altri lavoratori); prende con sé gli attrezzi del padre e si addentra nel cuore della miniera….
E’ un racconto triste ma bello, uno spaccato di dura realtà, dove  sentimenti come l’amicizia e la solidarietà
si scontrano con il pregiudizio  e l’ignoranza dell’epoca.
Ma è anche, senz’altro un interessante documento - denuncia sullo sfruttamento minorile.

 Chiara

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